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Il Profumo di Imperi è un saggio scritto da Karl Schlögel.
Prima di iniziare a parlarne, vogliamo ricordarti che hai un alleato formidabile quando vai in bagno: SPUZZA VIA. Bastano 5 spruzzi nel wc prima di liberare l'intestino e, grazie al suo effetto barriera, non lascerai nessun odore sgradevole dietro di te.
E adesso la nostra recensione.
Due donne protagoniste
Il libro parla di due profumi che sono nati dallo stesso bouquet, quello dell’Imperatrice Caterina, creato nel 1913 per celebrare i trecento anni della dinastia Romanov.
L'imperatrice Caterina di Russia
Questi due profumi sono Chanel N° 5 e Krasnaya Moskva (Mosca Rossa o Bella Mosca). Dallo stesso bouquet nascono così due profumi diametralmente opposti. Non tanto dal punto di vista della fragranza ma di quello che hanno rappresentato.
Infatti, Coco Chanel, creatrice di una moda femminile innovativa, sobria e pratica, aveva simpatie conservatrici. Licenziò i lavoratori che avevano aderito a uno sciopero. Gli ebrei non le erano molto simpatici. Durante l’occupazione tedesca della Francia s’intratteneva volentieri con i gerarchi nazisti, probabilmente più per convenienza che per ideologia politica. E comunque, non era raro che le ragazze francesi avessero contatti e rapporti con gli invasori.
Coco Chanel
Invece, la direttrice della profumeria Novaya Zarya, che produceva il Krasnaya Moskva, Polina Zhemchuzhina, era stalinista ed ebrea. Era la moglie di Molotov, il ministro degli esteri sovietico che firmò il patto Molotov-Ribbentrov. Era stalinista e lo rimase anche dopo aver passato qualche anno in esilio in Kazakistan. Era che era così fedele al Piccolo Padre che quando seppe della sua morte svenne.
Polina Zhemchuzhina
Dopo la riabilitazione, comunque, non si occupò più di profumi. Era Commissaria del Popolo.
Queste due donne, però, hanno una cosa in comune: sono riuscite ad affermarsi nonostante una condizione di partenza non favorevole, grazie al loro talento e alla loro tenacia.
I due profumi che le hanno rese famose
Miti
Il creatore di Chanel N° 5 si chiamava Ernest Beaux, era francese e viveva nella Russia zarista. Ritornò in Francia e conobbe Chanel, che voleva dar vita a un’essenza che si abbinasse ai capi d’abbigliamento che produceva.
Chanel N° 5 fu al centro di un paio di leggende. Secondo la prima, sarebbe nato per caso. Un assistente di laboratorio distratto aggiunse troppe aldeidi in una fialetta, ma quando Coco sentì il profumo restò estasiata. Lei che non era facile agli entusiasmi. L’obiezione: il profumo ha un equilibrio troppo perfetto tra il gruppo aldeide e i sentori di rose e di gelsomini per essere frutto del caso.
La seconda è opera dello stesso Beaux, che aveva prestato servizio militare oltre il circolo polare Artico. Disse di aver voluto riprodurre i profumi e le sensazioni che aveva sentito in quei luoghi. E di aver utilizzato le aldeidi perché nelle terre dell’estremo Nord ce n’è una concentrazione molto alta. Peccato che le avesse già usato nel 1913 (Chanel N° 5 è del 1920).
Ernest Beaux, il creatore di Chanel N°5
In ogni caso, Chanel N° 5 segna il passaggio dalla profumeria d'alchimia e legata ai saponi a quella chimica e quindi l'ingresso nell'era industriale. Questo grazie all'utilizzo delle aldeidi.
Un altro aneddoto riporta che Beaux fece una serie di flaconi e li numerò da 1 a 5 e da 20 a 24. Coco scelse quello col numero 5 e siccome avrebbe lanciato il profumo il 5 maggio, decise di lasciare il numero 5 nel nome. Disse che le avrebbe portato fortuna.
Il mitico Chanel N°5
Krasnaya Moskva significa Mosca Rossa, o Bella Mosca (l'aggettivo "krasnaya" significa sia "rossa" sia "bella").
Il profumo Krasnaya Moskva
Curiosità e informazioni prese da “Il Profumo degli Imperi”
Come avrai capito, Il profumo degli imperi non è solamente un saggio su nasi ed essenze, ma è un modo per raccontare la storia dell'Europa tra le due guerre, e anche oltre, da un punto di vista innovativo.
- Ad esempio, ci fa capire qualcosa della società sovietica e dei suoi cambiamenti. Veniamo a sapere che chiesero a un collaboratore di Polina di accusarla, ma questi, nonostante i metodi della richiesta, non lo fece. Oppure che per molto tempo il Mosca Rossa fu molto usato dalle donne sovietiche ma quando arrivarono i profumi occidentali iniziò a essere considerato qualcosa da nonne. E che aveva anche la concorrenza dei profumi prodotti in Bulgaria, Polonia, Repubblica Democratica Tedesca e addirittura in Egitto.
Il profumo dell'Unione Sovietica
- In Russia c’era un’industria profumiera molto sviluppata anche se dopo la rivoluzione diede priorità ai prodotti per l’igiene personale.
- Sappiamo che ci furono molti profughi russi in Francia, perlopiù aristocratici, che si misero anche a fare lavori umili. Il libro dedica un capitolo alla comunità che avevano creato. C’erano anche esponenti del regime, che all’occorrenza entravano in azione.
- Se ci fu una fuga di aristocratici russi verso la Francia, ci furono anche persone che vedevano nell’Urss l’inizio di una nuova civiltà. Speravano che la Rivoluzione d’Ottobre mettesse fine alle guerre. Tra i simpatizzanti c’erano Gide e Celine. Due co-fondatori del Pcf facevano la spola tra Parigi e Mosca. Poi c’erano i fellow travellers, simpatizzanti che non avevo niente a che fare con il comunismo inteso come partito o come programma politico, ma vedevano in modo positivo il mondo sovietico. Certo, avevano un’idea abbastanza idealizzata e romantica dell’Urss. Tra questi, c’era Christian Dior. Invece Le Corbusier partecipò al concorso per un progetto per il Palazzo dei Soviet e fece anche un altro progetto. L’Urss per loro era l’utopia che si contrapponeva al mondo capitalistico. Un bel un quadro esaustivo di quel mondo franco-russo si ha nel libro Il maestro e Margherita.
Il romanzo di Michail Bulgakov
Alte informazioni abbastanza interessanti che ci fornisce il libro
- I rapporti tra Usa e Urss prima della Seconda Guerra Mondiale erano molto buoni.
- A Mosca, in via Nikolkskaja 23/1-2 c’è un edificio con una facciata eclettica. Doveva diventare la sede di un business center, ma ci sono state delle proteste. Come mai? Quel palazzo dalla fine degli anni '50 era la sede del distretto militare di Mosca. Tra il 1935 e la fine degli anni 40 ospitò il collegio militare della Corte suprema dell’Urss. La struttura era collegata a edifici dell’NKVD tramite dei tunnel sotterranei. Al primo piano c'era l'ufficio di Vasily Uric, che era il presidente del collegio militare della Corte Suprema e qui si svolgevano dei processi farsa. Ala secondo piano c'era l’aula giudiziaria in cui il collegio militare comunicava le condanne a morte, chetra l’ottobre del 1936 e la fine di novembre del 1938 sono state 31.456. Molte persone furono anche torturate. In media le udienze duravano venti minuti.
Com'è oggi via Nikolkskaja (© istock/koromelena)
- Ecco un passo del libro: "La composizione numero 23 si sprigiona con le note olfattivi di vecchi documenti e degli inchiostri con cui furono firmate le condanne a morte. La narrazione prosegue con l’aroma dello scantinato umido, seguito […] dall’ingrediente della polvere da sparo, sostituito dalla nota olfattiva della cenere, che lascia un retrogusto amaro."
- Infine è interessante sapere che Malevic, l'autore del Quadrato Nero, prima di diventare un pittore famoso ha fatto disegni per il marketing. Ha disegnato anche una boccetta di profumo dalla forma di orso come riferimento al Polo Nord. Infatti, il flacone conteneva l’acqua di colonia della Severnij, che significa nord. Un altro packaging degno di nota è quello a forma di automobile, sempre di un’acqua di colonia.
La boccetta di profumo a forma di orso polare di Malevic
Note finali su “Il profumo degli Imperi”
Il profumo degli imperi è uscito a giugno di quest'anno (2021) ed è edito da Rizzoli. L’autore è nato nel 1948 e insegna storia dell’est europeo.
Karl Schlögel
Spero che l’articolo ti sia piaciuto. E visto che un profumo, per quanto leggendario, non sostituisce l’igiene personale, ti ricordo i prodotti detergenti di Spuzza Via.
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Articolo di Massimiliano Priore
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